
Un evento di Grazia, è quello che la diocesi di Teano – Calvi ha vissuto nella serata di sabato 24 aprile nella Cattedrale dalle mani del Vescovo S.E.R. Mons. Giacomo Cirulli, con la cerimonia di ordinazione diaconale di Pietro Robbio, cresciuto nella comunità parrocchiale di San Bartolomeo Apostolo di Vairano Patenora, frequentando l’Azione cattolica del Gruppo Ministranti sotto la guida spirituale del parroco Mons. Pasquale De Robbio prima e di don Gianluigi D’Angelo dopo.
Nato 26 anni fa, il neo Diacono Pietro è entrato nel seminario di Pozzuoli il 19 ottobre 2014 per frequentare l’anno propedeutico per trasferirsi l’anno successivo al seminario di Posillipo per la formazione quinquennale conseguendo il Baccalaureato in Sacra Teologia.
Intanto, negli anni del seminario, ha praticato il tirocinio pastorale presso le parrocchie di San Sebastiano in Marzano Appio con don Antonio De Trucco, e di San Marco Evangelista in San Marco di Teano con don Fabrizio Delgado (dove vivrà i primi mesi del suo Ministero di Diacono).
Intanto il neo Diacono Pietro Robbio sta continuando i suoi studi di approfondimento presso la Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale (sez. San Luigi), mentre continuerà a supportare nelle attività di segreteria il Vescovo. Alla suddetta celebrazione Liturgica ha preso parte quasi tutto il Clero, religiosi e religiose della Diocesi di Teano – Calvi ed una rappresentanza dei preti della Diocesi di Alife – Caiazzo, guidati dai parroci delle due Cattedrali di Alife (don Mario) e Caiazzo (don Antonio).
Abbiamo rivolto al giovane Pietro alcune domande il giorno prima della sua Ordinazione Diaconale, lasciando che il suo cuore parlasse con quell’amore di una vigilia molto importante.
Domanda d’obbligo: quando ti sei reso conto di avere ricevuto questa chiamata per servire la Chiesa?
A dire il vero, non c’è stato un giorno o un evento particolare che mi ha fatto capire cosa il Signore mi stesse chiedendo. C’è stato un tempo che ha portato a maturazione quei germogli di una primavera nuova nella mia vita. Sì, proprio così, un tempo in cui mi sono soffermato a riflettere su quei sentimenti che si muovevano nel mio cuore e che mi spingevano ad andare oltre. Quella ricerca di senso che un giovane continuamente fa e che nella mia vita si è rivelata essere la vocazione al sacerdozio. La vocazione è qualcosa che mette radici nella nostra vita, e più ne hai cura, più essa ti porta a riconoscerla per poi viverla; la chiamata, infatti, nella vita dei cristiani, non è solo quella all’Ordine Sacro, ma può essere anche al Matrimonio.
Ciò che veramente mi ha fatto capire di essere chiamato al servizio della Chiesa è stata la preghiera. Questo strumento prezioso che Dio ci ha fatto è stata la bussola che ha guidato ogni scelta. Aprire il cuore al Signore e mettergli a disposizione la propria vita è ciò che realmente mi ha aiutato in questa decisione.
Ci sono delle persone che ti hanno seguito durante questo cammino e che sabato ti accompagneranno a ricevere il diaconato?
Certamente e sono anche tante. Chi più, chi meno, ma tutte hanno contribuito affinché si realizzasse questo giorno. Tra queste, ci sono alcuni Sacerdoti come Don Pasquale De Robbio, mio ex-Parroco a Vairano Patenora (mio paese d’origine) che mi ha accompagnato alle soglie del Propedeutico.
Di seguito a lui, poi Don Gianluigi D’Angelo, che dal Propedeutico ad oggi, come Parroco a Vairano Patenora mi è stato vicino per tutto il percorso in Seminario. Altre figure di Sacerdoti hanno contribuito a sostenermi e a consigliarmi nel cammino, tra cui Don Antonino De Trucco, sacerdote che mi ha guidato durante l’esperienza di pastorale nella comunità di Marzano Appio e Don Fabrizio Delgado che ancora oggi mi guida nella comunità di San Marco, parrocchia in cui il Vescovo mi ha mandato e che ho la gioia di servire.
Tante altre figure mi hanno seguito in questo tempo di formazione, come gli animatori del Seminario di Posillipo: Padre Nicola Bordogna SJ, don Carmine Fischetti e il Rettore Padre Francesco Beneduce SJ.
Sempre in questo luogo mi hanno accompagnato i seminaristi, fratelli e compagni di strada che per me sono una benedizione di Dio.
Molte altre persone mi hanno accompagnato nei sentieri di questo percorso a cui va il mio grazie e il mio riconoscimento, e tra questi la mia Famiglia che non mi ha mai ostacolato, ma con amore e saggezza mi ha sostenuto.
Quanto è stata importante l’esperienza vissuta nell’Azione Cattolica e nel Gruppo Ministranti della tua Parrocchia?
Il percorso in Azione Cattolica e l’esperienza da Ministrante, che ho abbracciato fin dai sei anni d’età nella mia Parrocchia d’origine, hanno contribuito non poco ad alimentare la mia vita perché dopo la famiglia sono state le esperienze che, prima da bambino e poi da adolescente, mi hanno permesso di conoscere ed approfondire il percorso nella fede. A queste, se pur in tardo periodo, verso i 18 anni d’età, anche il Rinnovamento nello Spirito di Vairano ha avuto un ruolo importante nel cammino di credente. Tutte esperienze che mi hanno nutrito affinché maturassi come cristiano. A tal proposito auguro a tutti, ed in particolare ai giovani, di trovare esperienze e persone che sappiano indirizzarli verso Gesù, Pastore bello che ci rivela la via dell’Amore.
Hai ricevuto l’accolitato presso il Santuario Maria SS. dei Lattani di Roccamonfina, un luogo molto caro per tutti i fedeli della diocesi e per il nostro Vescovo. Hai un motto per questo tuo cammino spirituale?
Come figlio di questa terra, inevitabilmente ho un forte legame con il Santuario dei Lattani, meta di pellegrinaggio che con la comunità di Vairano e con la mia famiglia negli anni mi ha visto crescere. Maria, la madre di Gesù, è sempre stata la mia prediletta tra i modelli che la Chiesa ci propone. Inoltre, avendo nonni materni in Molise, sono molto legato anche al Santuario dell’Addolorata di Castelpetroso, luogo che ha alimentato questo amore alla figura di Maria.
Ho ricevuto i ministeri del lettorato e dell’accolitato al Santuario dei Lattani a distanza di un anno, lo stesso giorno: il 31 maggio. Questo lo rileggo ad oggi come segno privilegiato d’amore verso Maria, modello dei veri servi di Gesù.
Il mio motto/proposito per il ministero che mi preparo a vivere nel diaconato è il versetto 26 del capitolo 12 di Giovanni, dove Gesù dice: “Se uno mi vuol servire mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servo”. Solo seguendolo si diventa servi, perché Cristo stesso è l’esempio del servo e questo spero di poterlo realizzare per tutta la vita.
Dopo aver ricevuto il diaconato, il prossimo passo sarà quello più importante per il tuo cammino, ovvero l’ordinazione presbiterale. Come ti stai preparando per questa nuovo stato di vita?
Al momento mi concentro sul diaconato, sull’essere a servizio del popolo santo di Dio. Penso che il servizio stesso sia la preparazione essenziale per fare ingresso nel grado del sacerdozio. Dopo tutto si diventa diaconi sabato 24 aprile 2021, ma lo si è per tutta la vita, anche dopo il sacerdozio. Diaconato e Sacerdozio sono le due facce della stessa medaglia, il DNA del Pastore.
Spero di realizzare sempre la volontà di Dio e perché questo avvenga sempre più, mi affido alle preghiere di tutti i fedeli perché insieme possiamo costruire e vivere quel Regno a cui il Buon Pastore ci chiama.
Nella serata di venerdì 23 aprile, il Vescovo S.E.R. Mons. Giacomo Cirulli ha presieduto la Veglia di preghiera per le Vocazioni presso la Cappella del Seminario Diocesano di Teano alla presenza del Responsabile dell’Ufficio Vocazionale don Marco Stolfi (Animatore di Comunità al IV anno di Seminario – Pontificio Seminario Campano Interregionale).
“A questo tendono le vocazioni: a generare e rigenerare vite ogni giorno”, sono le parole di Papa Francesco nel suo Messaggio dello scorso 19 marzo per la 58esima Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni. “Il Signore desidera plasmare cuori di padri, cuori di madri: cuori aperti, capaci di grandi slanci, generosi nel donarsi, compassionevoli nel consolare le angosce e saldi per rafforzare le speranze”.