
di Ida Zano
Dire che don Guido Cumerlato, missionario de “La Piccola Casetta di Nazareth”, sia un uomo schivo e (soprattutto) un sacerdote umile e semplice, significa voler utilizzare un facile eufemismo.
Anche nello svolgimento del suo incarico quale Direttore dell’Istituto Superiore di Scienze Religiose Interdiocesano “SS. Apostoli Pietro e Paolo” di Capua, infatti, Don Guido continua ad operare secondo i canoni che sono sempre stati i pilastri della sua vita sacerdotale: semplicità, umiltà, dedizione totale all’”altro”. E, prima di tutto, devozione totale a Maria Vergine, SS. Madre di Gesù.
Del resto (ma il diretto interessato non ama per nulla farsene vanto) Don Guido è uno dei più stimati mariologi (studiosi e teologi della figura di Maria nella Chiesa) a livello internazionale.
Ne è testimonianza anche il suo ultimo lavoro “Maria, Madre e Vergine e la devozione mariana del Servo di Dio Don Salvatore Vitale”, edito (non a caso) dalla Pontificia Academia Mariana Internationalis, in coedizione con la Blue Lemon Communication Editrice di Roma.
La Pontificia Academia Mariana Internationalis, di cui don Guido Cumerlato è membro, è infatti l’unica istituzione scientifica della Santa Sede dedicata a promuovere e favorire la scienza ‘mariologica’ in vista della ‘promozione’ di un’autentica pietà mariana.
Quale ente pontificio ‘internazionale’, la PAMI ha l’importante compito di coordinare i numerosi cultori di mariologia di tutto il mondo sia nell’ambito della ricerca, che nel dialogo tra le vare culture, sia quello ecumenico che quello interreligioso.
E’ il 1959 l’anno in cui la PAMI (nata sotto l’impulso del grande movimento mariano sviluppatosi dopo la proclamazione nel 1854 dell’”Immacolata Concezione”) vede il suo primo importante riconoscimento internazionale con il Motu Proprio di San Giovanni XXIII, ottenendo il titolo di “Pontificia” Academia, quale ente internazionale e centrale per il coordinamento del lavoro mariologico delle singole nazioni e di singole entità scientifiche.
Sono però gli anni dal 1995 al 1997 quelli della svolta, quando per volontà di San Giovanni Paolo II la Pontificia Academia diviene non solo membro del Pontificio Consiglio della Cultura, ma ottiene la propria sede giuridica nello Stato della Città del Vaticano.
Ma veniamo ora a commentare brevemente i contenuti del nuovo libro di Don Guido Cumerlato.
Come acutamente segnala nella sua Prefazione Gian Matteo Roggio, Segretario dell’Associazione Mariologica Interdisciplinare Italiana, parlare oggi della verginità di Maria come esperienza storica “certa”, potrebbe apparire “quantomeno fuori moda”.
Nondimeno, prosegue Roggio, l’affermazione della verginità come esperienza storica certa, che ha orientato e ispirato la vita della donna che ha concepito e dato alla luce Gesù, non è una questione a sé stante, ma piuttosto “dipendente dalla domanda (…) se Gesù è Dio”.
Allora, affermare “la verginità di sua madre nel concepirlo e darlo alla luce non è poi così assurdo: Dio è tale proprio perché in grado di fare, liberamente e senza alcuna costrizione a lui esterna, quel che va oltre le possibilità umane.”
E’ qui, conclude Roggio, che il libro di Don Guido Cumerlato rivela tutta la sua importanza; perchè “dipendendo dall’indissolubile mistero di Cristo e della Chiesa, la questione relativa alla verginità di Maria è al servizio di un cristianesimo adulto: adulto perché consapevole delle sue sorgenti; adulto perché umile, senza doppiezze; adulto perché permanentemente sub signo crucis, aperto all’oltre di Dio (…); adulto perché al servizio di uno sviluppo integrale” (…).
E’ quindi Maria a dar vita alla Chiesa, che senza di lei non avrebbe avuto modo di esistere. E non è, pertanto, un caso se Papa Francesco, dopo aver richiesto la Pace al Signore, è al Cuore Immacolato di Maria che il 25 settembre prossimo consacrerà Ucraina e Russia, le due nazioni coinvolte nella guerra fratricida che fa tremare il mondo.
Un’ultima, importante annotazione: il volume di Don Guido Cumerlato si chiude con un’ampia parte dedicata all’esperienza umana e religiosa del Servo di Dio don Salvatore Vitale, fondatore de “La Piccola Casetta di Nazareth” e promotore della nuova invocazione mariana “Mia Madonna e Mia Salvezza”.
E’ Interessante, al riguardo, sottolinea l’Autore “come tale invocazione sia letta all’interno della vita di questo sacerdote. Egli, innamorato di Maria, dedica tutta la sua vita a lei. Allora, sentendola come sua madre, la volle quale vera fondatrice della sua Opera missionario-mariana.”
Come sottolinea lo stesso Autore, la parte conclusiva dell’opera “Maria, Madre e Vergine”, dedicata a delineare la figura di don Salvatore Vitale “in verità, non chiude un discorso, ma proponendosi pari ad un traguardo da superare, apre altre questioni. Ogni ricerca teologica che termina, ne apre infatti ad altre nuove.”
E questo è il bello di ogni indagine, ci ricorda sempre Don Guido Cumerlato, perchè “essa non finisce mai, in quanto (per don Salvatore Vitale, NdT) l’oggetto dell’interesse è per una persona, Dio, uno e trino, e per la Vergine, Madre di Gesù e madre nostra.”
Così, l’esperienza del Servo di Dio Don Salvatore Vitale diviene, anche e soprattutto, un “esempio altissimo della devozione alla figura della Madre di Gesù.”
“Maria, Madre e Vergine”, il nuovo libro di d. Guido Cumerlato